PER I PREZZI UN FEBBRAIO SENZA TENSIONI
Stime preliminari Istat: l'indice nazionale dei prezzi al consumo aumentato dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annuale. Confcommercio: “resta l’incertezza, ma l’economia italiana si conferma vitale”.
Nello scorso mese di febbraio l'inflazione è rimasta ferma allo 0,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, mentre su base mensile è aumentata dello 0,1%. Sono le stime preliminari dell'Istat (link ai dati completi in pdf), secondo il quale la stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo si deve principalmente all'affievolirsi delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari, non lavorati e lavorati, i cui effetti compensano il minor calo di quelli dei beni energetici. In particolare, su base tendenziale questi ultimi sono risaliti al -17,3% rispetto al -20,5% di gennaio.
Indice dei prezzi al consumo NIC, gennaio 2019-febbraio 2024, variazioni percentuali congunturali e tendenziali
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +5,1% a +3,7%, come quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +3,5% di gennaio a +2,9%). L'inflazione di fondo si attesta al +2,4% (era +2,7% nel mese precedente), mentre quella acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l'indice generale e a +1,1% per la componente di fondo.
Confcommercio: “resta l’incertezza, ma l’economia italiana si conferma vitale”
I dati diffusi il primo marzo (mercato del lavoro, inflazione e Pil 2023, ndr) “confermano la presenza di un quadro congiunturale caratterizzato dall’incertezza, in cui si sovrappongono elementi positivi e negativi, come già emerso dall’andamento della fiducia di famiglie e imprese. La contenuta riduzione degli occupati registrata a gennaio su dicembre, seppure non sia un segnale positivo, va valutata con molta cautela. Il ridimensionamento si inserisce in una fase di prolungata crescita dei livelli occupazionali (da gennaio del 2022 l’incremento è stato di 883mila unità) che ha già mostrato degli occasionali stop, prontamente rientrati. Motivo che porta a sospendere il giudizio sulla possibilità che sia iniziata una fase meno favorevole. Non vanno, comunque, trascurati i segnali di difficoltà che emergono sul versante dell’occupazione autonoma (-24mila unità sul mese) e la preoccupante uscita dal mercato di una parte della popolazione più giovane (+81mila inattivi tra i 15 e i 34 anni rispetto a dicembre). Elemento quest’ultimo che, al netto della componente demografica, potrebbe indicare criticità nell’incontro tra domanda ed offerta di lavoro”: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat.
“Per contro segnali positivi continuano ad emergere sul versante dei prezzi: la situazione, al netto del riacutizzarsi di alcune tensioni sui prezzi degli energetici, si conferma sotto controllo, come sottolinea anche il progressivo rientro dell’inflazione di fondo, fenomeno diffuso nell’eurozona. La stabilizzazione dei prezzi, con un rientro delle dinamiche anche per i prodotti, come gli alimentari, che le famiglie acquistano con maggior frequenza, e che contribuiscono in misura significativa alla percezione dell’inflazione, potrebbe spingere i consumi delle famiglie sostenendo la crescita del 2024. Crescita – conclude l’Ufficio Studi - che potrebbe, come accaduto per il 2023, riservare sorprese in positivo. Il dato dello scorso anno, superiore alle prime indicazioni, conferma la vitalità dell’economia italiana che ha saputo reagire in modo molto positivo alla crisi indotta dal Covid-19 con un Pil che nel 2023 è risultato superiore del 3,5% a quello del 2019”.
Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.